In corso

15 09 2015

Ve l’abbiamo ripetuto più volte che di musica -con l’eccezione di due/tre elementi, che infatti sono guardati con un certo sospetto, per non dire ostracizzati: a cominciare dal Maestro- noi del Cromaticoro non ne sappiamo e non ne capiamo nulla; ma in fin dei conti sono quasi sei anni che stiamo insieme, e anche solo per osmosi, o irradiazione, qualche concetto siamo riusciti ad assimilarlo. Uno di questi concetti è che nella musica, e forse anche in altri campi, le pause sono importanti. La pausa è il momento nel quale la voce può riprendere fiato e predisporsi al canto, le dita possono riposarsi e assumere una nuova posizione, le orecchie possono assorbire e decantare i suoni che le hanno appena riempite, il pubblico può guardare l’orologio senza troppo imbarazzo e chiedersi quando diavolo finirà il concerto. Le pause sono gli istanti in cui si incontrano il passato (l’eco dei suoni precedenti), il presente (uscendo per un attimo dal flusso della musica, si riacquista la consapevolezza del qui e ora) e il futuro (la preparazione e l’attesa dei suoni che verranno).

Se il paragrafo precedente vi sembra un modo piuttosto contorto e fumoso di giustificare la nostra assenza da queste pagine, non possiamo biasimarvi. Però questi mesi ci sono stati davvero utili: per capire cosa vogliamo fare, cosa non vogliamo fare, con chi vogliamo farlo o non farlo (sul dove e il quando, come sempre, accettiamo di buon grado le proposte dei nostri partner; il perché, al solito, rimane avvolto nel mistero). Abbiamo ripreso fiato, e insieme a quello abbiamo ripreso anche la voglia, l’energia e la lucidità necessarie per costruire e realizzare nuovi progetti. Energia e lucidità che emergono prepotentemente in questa intervista, realizzata qualche mese fa, nella quale potete vedere di persona il Maestro Luca di Bucchianico, insieme a uno che probabilmente era venuto a casa sua per riparargli la caldaia.

Ma i mesi appena trascorsi non sono stati dedicati unicamente a recuperare le forze e a chiarirci le idee (e a riparare la caldaia del Maestro): nel frattempo abbiamo continuato a vederci, provare, riprovare, allargare e restringere più volte la nostra formazione, e soprattutto ad ampliare il nostro repertorio, aggiungendovi per la prima volta un pizzico di italianità, rinforzando il sapore con una generosa spruzzata di Caraibi, recuperando e rinfrescando un paio di brani che non eseguivamo da un po’ di tempo, e sperimentando per la prima volta con i sapori raffinati dello swing. Vi serviremo per la prima volta questa pozione -sperando che non si riveli un intruglio indigeribile- domani sera, mercoledì 16 settembre, lungo Corso Roma, una delle strade più belle e caratteristiche di Lanciano, che per l’occasione dovrebbe essere chiusa al traffico (se ci sbagliamo, probabilmente avrete modo di leggerne sui quotidiani del giorno dopo) per consentire ai lancianesi di celebrare degnamente l’ultimo dei tre giorni di festa patronale, e a noialtri di intrattenere degnamente i passanti, lancianesi o meno che siano.

Ci sposteremo su e giù lungo la via, fermandoci nei punti che riterremo più adeguati, calcolati attraverso un rigoroso e innovativo algoritmo sviluppato presso il MIT che prende in considerazione un elevato numero di parametri e variabili (tra cui: traffico pedonale, conformazione acustica del luogo, accesso a vie di fuga, presenza di balconi dai quali potremmo essere innaffiati di acqua o altri liquidi, ma soprattutto distanza dal bar più vicino). Al di là delle possibili difficoltà tecnico-logistiche, ci tenevamo a cantare in questa occasione: perché esibirci nella nostra città natale ci fa sempre piacere (soprattutto in coincidenza con le feste cittadine), e poi perché, anche dopo tutti questi anni, conserviamo l’orgoglio di essere un coro amatoriale, nato al di fuori delle chiese, dei conservatori, e delle camerate di alpini -un coro di strada, in sostanza.





Cromaticoro per il sociale

23 05 2015

Lo scorrere del tempo, lo sapete, è un fenomeno soggettivo (e probabilmente illusorio, a sentire gente che su queste cose ci ha passato un sacco di tempo -e immaginate che delusione quando hanno scoperto che invece di tempo non ne era passato affatto, e quindi si trovavano al punto di partenza. Almeno, crediamo funzioni così).

A voi, ad esempio, sembra che siano passati nove mesi dall’ultimo post. “Ci faccio un figlio, io, in nove mesi!”, starete esclamando in questo momento. Se in questi nove mesi avete fatto un figlio, i nostri migliori auguri. Se invece non l’avete fatto, smettetela con le vostre millanterie, e tenete presente che noi, in tutto questo tempo, non ce ne siamo rimasti certo con le mani in mano. (E probabilmente neanche voi, se avete avuto un figlio.)

"Perché i miei genitori stanno parlando al computer? Uhm... forse sono ancora in tempo per l'adozione."

“Perché i miei genitori stanno parlando con il computer? Uhm… forse sono ancora in tempo per l’adozione.”

Ci sono facce e voci nuove, che a breve vi faremo vedere; ci sono brani nuovi, che a breve vi faremo ascoltare; ci sono nuove direzioni musicali verso le quali ci siamo incamminati con la stessa lietissima incoscienza che ci ha sempre accompagnato, e sulle quali a breve vi condurremo.

Per il momento, però, c’è un’iniziativa importante della quale dobbiamo e vogliamo parlarvi. Per farla breve -la storia completa potete trovarla facilmente su Internet, ad esempio qui-: una compagnia petrolifera inglese ha ottenuto l’autorizzazione per trivellare quattro/sei pozzi a pochissimi chilometri dalla costa abruzzese, che è poi il posto dove viviamo noialtri. Il progetto -che prevede anche la presenza, pochi chilometri più al largo, di una nave-raffineria per il trattamento del petrolio estratto-, dalla durata prevista di ventiquattro anni, si chiama “Ombrina”. Ci sono molte e molto valide ragioni per opporsi alla sua realizzazione -le riassume qui la nota docente universitaria Maria Rita D’Orsogna-, e infatti gli abitanti della zona hanno deciso di opporvisi, creando un comitato “No Ombrina” che proprio oggi, tra poche ore -rispetto a quando scriviamo queste righe-, porterà a Lanciano migliaia di persone, per una manifestazione a cui hanno aderito centinaia di enti e associazioni, non solo abruzzesi.

Per l’occasione, moltissimi musicisti locali si sono riuniti e hanno deciso di sostenere questa iniziativa. Le nostre voci -comprese le nostre voci, quelle del Cromaticoro- e i nostri cuori hanno voluto rendere omaggio al grandissimo e compiantissimo Lucio Dalla, interpretando una delle sue canzoni più belle e, in senso neanche troppo lato, politiche: “Com’è profondo il mare”.

Se c’era una buona occasione e una buona ragione per rompere il nostro silenzio novemestrale e presentarci nuovamente a voi, gentili lettori, era proprio questa. Di seguito, potete ascoltare e vedere il risultato degli sforzi di decine di persone -i credits, come dite voi giovani, li trovate al termine del video-, con l’augurio (irrealistico? Forse: ma se non avessimo neppure la speranza, che cosa canteremmo -e camperemmo- a fare?) che tutto questo possa contribuire al successo di questa importante battaglia, e che la nostra voce -la voce di noi abruzzesi- possa essere ascoltata.





Nerocandido

8 08 2014

Quando, nel lontano 2010, le nostre strade si incrociarono, Luigi Friotto era un giovane e promettente cantautore locale -aveva appena cominciato a comporre brani autografi- che aveva deciso di mettere la sua elegantissima voce e la sua inappuntabile tecnica pianistica al servizio di un progetto ambizioso e inusuale: una rilettura in chiave rigorosamente acustica del repertorio di Fabrizio De André, che non si limitasse ai grandi successi (i “brani da falò”, se ci concedete un pizzico di snobismo) ma proponesse un percorso tematico all’interno dell’opera del cantautore genovese, articolato intorno ad alcune delle figure chiave della sua poetica (il potere, la religione, Genova, l’amore, il mare).

Questo progetto prevedeva la presenza di un coro, ed è qui che entra in scena il Cromaticoro. Che, nel lontano 2010, era un giovane e promettente coro locale, formato da poco più di un anno, che aveva deciso di mettere la propria voce e la propria tecnica (entrambe, a quel punto, abbastanza incerte) al servizio di un progetto ambizioso e inusuale: ignorare la musica eseguita dalla maggior parte dei cori (musica sacra e canti dialettali) e dedicarsi a tutto il resto, senza fare differenza tra la polifonia fiamminga del Cinquecento e l’indie rock del ventunesimo secolo.

Da questo fortuito incontro nacque la nostra partecipazione a “Dai carruggi a mare – Concerto acustico per Fabrizio De André”, che nel corso di questi anni ci ha visti battere palmo a palmo le terre e i mari abruzzesi. Il risultato: decine di date, migliaia di spettatori, centinaia di aperitivi.

Uno dei nostri frugali aperitivi.

Uno dei nostri frugali aperitivi.

Quattro anni dopo, il Friotto è un po’ meno giovane ma ancora più promettente. Il suo cahiers des chansons si è lentamente ma inesorabilmente arricchito, così come l’ensemble musicale che lo accompagna sotto il nome di Bandautore (al percussionista Francesco Mangifesta si sono aggiunti, nel frattempo, il fisarmonicista Vincenzo De Ritis, il bassista Emanuele Zazzara e il violinista Giovanni Ciaffarini). Dal canto suo, il Cromaticoro è un po’ meno giovane ma decisamente più ricco di esperienze -concerti, collaborazioni, partecipazioni a dischi altrui, e perfino un disco tutto nostro (quello di Luigi dovrebbe uscire a breve). Ad accomunarci, oltre a tutto quello che abbiamo appena elencato, è un’ulteriore caratteristica: il desiderio -nel caso di Luigi pensiamo si possa parlare senza imbarazzi di esigenza artistica; nel nostro, probabilmente è il semplice piacere infantile del gioco- di mettersi alla prova, ideare nuove sfide e nuovi progetti, evitare la comodità e il fastidio di ripetersi.

Nasce così -supponiamo: non è che siamo andati a chiederglielo, a Luigi, che comunque in genere è un uomo di poche (ma assennate) parole- un nuovo progetto, sempre incentrato sulla musica d’autore italiana, ma più vario e aperto ad altre strade e altri suoni: colonne sonore, musiche per la televisione, forme di cantautorato “moderno” (CCCP, Capossela) insieme a figure eccentriche e preziose che fanno parte della nostra ricca tradizione musicale ma che spesso, proprio per via della loro singolarità, vengono marginalizzate o trascurate (Herbert Pagani, Renato Carosone, Giorgio Gaber). Nasce così -supponiamo: non è che siamo andati ecc. ecc.- il titolo dello spettacolo, Nerocandido: un ossimoro che non cela contraddizioni o confusione d’intenti, ma al contrario rivela e rivendica un’idea -tradotta in prassi- di musica come coincidenza degli opposti, luogo nel quale le differenze non si annullano ma servono anzi a far risaltare la ricchezza cromatica e dinamica dell’insieme.

Ma questi sono termini e concetti fin troppo aridamente accademici: quello che conta, alla fine, è ciò che si crea nel momento stesso in cui il concerto va in scena -quello che accade sul palco, quello che riusciamo a trasmettere al pubblico, le emozioni e il divertimento e quell’indefinibile incantesimo che la musica getta su quanti (esecutori o ascoltatori che siano) si espongono volontariamente al suo fascino. Per sperimentare tutto questo, le righe che avete appena letto non vi saranno granché di aiuto (forse avremmo dovuto scriverlo prima, vi avremmo fatto risparmiare un po’ di tempo. Pardòn.): dovete venire ad ascoltarci dal vivo. Le date del tour estivo le trovate nel manifesto qui sotto. La voglia di muovervi da casa, invece, la trovate solo dentro di voi -cercate bene: siamo sicuri di averla vista, da qualche parte.

Saluti da Piet Mondrian.

Saluti da Piet Mondrian.





Kodachromaticoro

12 07 2014

“Ciò che la fotografia riproduce all’infinito ha avuto luogo una sola volta: essa ripete meccanicamente ciò che non potrà mai più ripetersi esistenzialmente”, diceva Roland Barthes; e qualunque cosa volesse dire siamo convinti che, in quanto filosofo e in quanto francese, avesse ragione. Per tornare al nostro campo d’azione, pensiamo alla differenza tra un disco e un concerto: il primo puoi ascoltarlo dove, quando e quanto vuoi, mentre il secondo è un evento unico e irripetibile, necessariamente ancorato a un tempo e a un luogo ben precisi, e il cui godimento è strettamente legato alla partecipazione fisica dello spettatore/ascoltatore (ovviamente ascoltare un disco registrato dal vivo, o anche un concerto in diretta trasmesso via Web, televisione o radio, non è paragonabile all’esperienza di chi si trovi in quel luogo, in quel momento).

Il professor Barthes espone alla lavagna la sua teoria, nota negli ambienti accademici come teloseipersismo.

Il professor Barthes espone alla lavagna la sua teoria, nota negli ambienti accademici come teloseipersismo.

Dietro questo incipit insolitamente professionale si nascondono due cose, ugualmente censurabili: la prima è il nostro imbarazzo per aver lasciato incustodito questo blog così a lungo (avreste dovuto vedere in che stato l’abbiamo ritrovato -muri scrostati, erbacce, polvere dappertutto, e un odore discutibile che le decine di bottiglie di vino vuote rimaste dopo la nostra ultima visita non hanno certo contribuito a mitigare). La seconda è una subdola allusione a un evento che ormai potremmo definire più unico che raro, ossia una nostra esibizione dal vivo.

Lunedì 14 luglio alle 21:30 saremo al Parco dei Priori di San Giovanni in Venere, gentilmente ospitati dal collettivo Botticelli all’interno del Botticelli PhotoFest, che è -sorprendentemente- un festival di fotografia organizzato dal collettivo Botticelli. Un’occasione imperdibile per scoprire cosa abbiamo fatto negli ultimi mesi, dove ci troviamo e dove stiamo andando (e per verificare se abbiamo abbastanza benzina per arrivarci), e soprattutto per sperimentare la tenuta dei nostri leggii nuovi di zecca, che abbiamo comprato grazie a voi -o, per meglio dire, grazie ai ragguardevoli ricavati delle vendite del nostro primo disco. Che, a proposito, potete ancora acquistare -per ascoltarci dove, quando e quanto volete, alla faccia di Barthes.

Come al solito, a mo’ di aperitivo (per i presenti) o di premio di consolazione (per gli assenti), un piccolo assaggio di quanto proporremo durante il concerto. E adesso scusateci, ma dobbiamo lasciarvi di nuovo. Anzi, già che siete lì a oziare, perché non venite a darci una mano? Quelle pareti non si imbiancano da sole.





Natale a Santa Lucia

11 12 2013

Le festività sono prossime, Natale è in agguato dietro l’angolo, l’anno sta per andarsene, e insomma tutto in questi giorni ha il segno e il sapore dell’incombenza -giorni di transizione e di tradizione, di attesa e di spesa, di urgenti e ingenti spese economiche ed esistenziali (e della conseguente passività nei rispettivi bilanci), di torroni, ritorni, incontri, incarti, cartoni (quelli animati che danno in televisione e al cinema e quelli inanimati che ospitano i regali), racconti, rintocchi. Come sanno anche i bambini di tre anni, divertirsi è bello, ma richiede un mucchio di energie, e alla fine c’è sempre il sospetto che non ne valesse davvero la pena.

Neanche lui ha più l'entusiasmo di una volta, a dirla tutta.

Neanche lui ha più l’entusiasmo di una volta, a dirla tutta.

Cosa può fare un piccolo coro, davanti a tutto questo? Beh, innanzitutto -come potete vedere- regaliamo a tutti voi un po’ di neve. (Prevediamo che quest’ultima frase farà registrare un picco di visite dalla Colombia.) E poi, invece di chiedervi cosa può fare il Cromaticoro per voi, chiedetevi piuttosto cosa potete fare voi per il Cromaticoro. E la risposta è che avete essenzialmente due possibilità: una è alla portata di tutti quelli che hanno una connessione a Internet (che, secondo le nostre stime, dovrebbero rappresentare il 100% dei nostri lettori); l’altra è riservata a chi si trova nella nostra zona (ma ha il vantaggio di includere anche la prima).

La prima è acquistare il nostro disco: un regalo elegante ed economico (solo dieci euro!), ideale per riscaldare l’atmosfera (no, simpaticoni, non nel senso che potete usarlo per accendere il fuoco) e per portare nelle vostre case, o in quelle dei vostri amici, la serenità e la letizia che il trambusto di questi giorni concitati spesso ci fa perdere. Vi ricordiamo che per acquistarlo potete rivolgervi direttamente a noi (qui, via e-mail, via Facebook), oppure -se abitate da queste parti- andare da Pierpaolo Musica e Libri, negozio di dischi (e libri, immaginiamo) che si trova a Lanciano in via Mario Bianco.

Vedete? C'è un mandarino, in copertina. Si può essere più natalizi di così?

Vedete? C’è un mandarino, in copertina. Si può essere più natalizi di così?

La seconda è venirci ad ascoltare venerdì 13 alle 21:30 nella chiesa di Santa Lucia a Lanciano, dove ci esibiremo nel nostro sempre più vasto e internazionale repertorio di canti natalizi, sotto la guida sicura (malgrado le difficili condizioni climatiche) del Maestro Luca di Bucchianico. In quell’occasione potrete anche acquistare il nostro disco, che peraltro non contiene alcun brano natalizio -ed è esattamente questo, crediamo, a renderlo un ottimo regalo (il problema dei dischi di canzoni natalizie è che si possono ascoltare solamente per un paio di settimane all’anno -che coincidono esattamente con le due settimane nelle quali si vorrebbe ascoltare tutto tranne che canzoni natalizie).

Se avete difficoltà a ricordare questo appuntamento, ci auguriamo che l’immagine qui sotto possa esservi d’aiuto.

Nel nuovo episodio della saga di Venerdì 13, Jason Voorhees va nell'aldilà e cerca di uccidere tutti i santi. La prima vittima è la giovane vergine Lucia, a cui Jason taglia la gola, prima di cavarle gli occhi (l'iconografia cristiana è una fonte inesauribile per i cultori dello splatter).

Nel nuovo episodio della saga di Venerdì 13, Jason Voorhees va nell’aldilà e cerca di uccidere tutti i santi. La prima vittima è la giovane vergine Lucia, a cui Jason taglia la gola, prima di cavarle gli occhi (l’iconografia cristiana è una fonte inesauribile per i cultori dello splatter).





Tante belle cause

22 11 2013

Ogni volta che abbiamo il piacere di ritrovarvi dopo un’assenza piuttosto lunga (tre mesi, in questo caso) finiamo per dirvi la stessa cosa, ben consapevoli del rischio che le nostre parole vengano interpretate come una forma di excusatio più o meno petita. Dunque, non possiamo che fare appello alla vostra fiducia, dal momento che stiamo per ripetervi nuovamente “la stessa cosa”: vale a dire che il nostro silenzio -canoro e blogghistico- ha coinciso con un periodo di grande attività, durante il quale diversi progetti collaborativi sono stati concepiti, sono venuti alla luce e hanno iniziato a muovere i primi passi. In sostanza, c’è un bel po’ di roba che bolle in pentola (un’immagine che forse non si concilia molto bene con l’estesa metafora infantile della frase precedente), e come ben sapete in questi casi c’è sempre bisogno di qualcuno che rimanga vicino al fuoco -tanto più che non siamo riusciti a trovare un coperchio abbastanza grande.


Quest'enigmatica immagine è il primo risultato che abbiamo ottenuto digitando "pot", che è il termine inglese per "pentola". La nostra versione di Google Images deve essersi impallata di nuovo.

Quest’enigmatica immagine è il primo risultato che abbiamo ottenuto digitando “pot”, che è il termine inglese per “pentola”. La nostra versione di Google Images deve essersi impallata di nuovo.


Le nostre prossime esibizioni saranno i primi frutti della nostra silenziosa ma incessante attività culinaria. Non si tratterà di concerti veri e propri, ma questo non sminuisce la loro importanza: anzi, siamo decisamente orgogliosi di partecipare a questi eventi, organizzati per cause che ogni persona di buon senso dovrebbe riconoscere immediatamente come degne di attenzione e supporto (insomma, ce l’abbiamo fatta persino noi). Il fatto che entrambe le iniziative si svolgano nella nostra città, poi, non può che farci piacere (anche per questioni banalmente logistiche).


Settimana diritti infanzia-adolescenza 2013


Nel tardo pomeriggio di domenica 24 novembre ci esibiremo di fronte al Palazzo degli Studi in Corso Trento e Trieste, nell’ambito delle iniziative organizzate per la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne (che ufficialmente sarebbe il 25, ma non importa: non è mai troppo presto per impegnarsi a riguardo). Il repertorio sarà più o meno a tema -per chiarezza: il tema sono le donne, non la violenza-, e con ogni probabilità comprenderà l’esecuzione di un nuovo brano, con il quale ci avventuriamo per la prima volta nel territorio della musica afroamericana… Se volete saperne di più, vi toccherà alzarvi dalla sedia e venirci ad ascoltare.

Venerdì 29 novembre, invece, avremo l’onore di salire sul palco del teatro Fenaroli per accompagnare in un paio di brani i Dago Red, un altro splendido tassello del mosaico musicale lancianese (se volete ascoltare qualcosa, andate sul loro sito): una band che suona blues, country e folk proprio come se fosse americana, ma senza rinnegare le sue origini abruzzesi -un po’ come quel John Fante da cui hanno preso il nome. Oltre a sostenere la causa della buona musica, il concerto ha uno scopo ancora più importante: raccogliere fondi per il reparto pediatria dell’ospedale Renzetti di Lanciano.


Concerto pediatria Dago Red 2013


Vi lasciamo con un’ultima segnalazione, che non ci riguarda direttamente ma che ci teniamo a farvi: sabato 23 novembre, alle 20:30, nella biblioteca regionale di Lanciano in via dei Frentani, ci sarà un recital di poesie e canzoni di Paolo Maria Cristalli (per l’occasione accompagnato dalla voce e dalla chitarra di Riccardo Cappelli). Se ci seguite, saprete che Paolo è stato ed è tuttora nostro compagno di strada nella bellissima esperienza di “Dai carruggi al mare”, il concerto acustico dedicato a Fabrizio De André che Luigi Friotto e la sua Bandautore stanno portando in giro da qualche anno. Da poco tempo è stata ristampata una sua raccolta di poesie intitolata In quest’affare triste della felicità, in quest’affare triste dell’innocenza, che vi consigliamo vivamente di procurarvi.

Paolo è un poeta nel senso più stretto del termine -una persona che guarda al di là (al di fuori, al di sopra, al di sotto: comunque, in direzioni che noi abitualmente preferiamo ignorare) della realtà, svelandocene misteri, miserie e meraviglie: ed è forse per questo che la realtà, gelosa e vendicativa, pare divertirsi a tormentarlo. Se vi invitiamo a sostenerlo, è perché noi tutti abbiamo bisogno di lui -ancor più di quanto lui abbia bisogno di noi.






Over the Choir

28 08 2013


I seguaci più assidui e attenti di questo blog ricorderanno che in diverse occasioni abbiamo accennato alla rigogliosa scena musicale che negli ultimi anni è fiorita a Lanciano (che, per i seguaci meno assidui e attenti di questo blog, è la città abruzzese in cui abitiamo). Fino a non molto tempo fa ci eravamo accontentati di essere testimoni di questa improvvisa e variopinta fioritura, cercando anche, nel nostro piccolo, di sostenere (moralmente e, per quanto possibile, economicamente) gli artisti che di tale scena fanno parte. E ricevendo -ci teniamo a dirlo- da moltissimi di loro lo stesso tipo di sostegno, non limitato all’apprezzamento verbale, ma tradotto in azioni concrete: la partecipazione ai nostri concerti, l’acquisto del nostro disco. Un sostegno tanto più gradito in quanto, per molti versi, sorprendente: non è affatto scontato che un gruppo di venti-trentenni -per quanto musicisti, e dunque, almeno in linea di principio, in possesso di una maggiore apertura mentale (se l’espressione vi pare troppo pomposa, rimpiazzatela con il termine “curiosità”) rispetto alla media del pubblico- possa interessarsi a un coro il cui repertorio annovera brani rinascimentali, tradizionali, e avanguardistici.


I primi contatti tra questi due universi così distanti sono stati, come spesso accade, casuali. Lo scorso anno i Missili, nei quali già militava in veste di bassista il Nostro Supremo Direttore Luca di Bucchianico, hanno sentito il bisogno di aggiungere alla loro musica un paio di voci femminili, ed è così che due nostre coriste (Luisa e Pamela) si sono ritrovate in formazione. Sopraggiunti impegni hanno poi costretto il Direttore a rassegnare le sue dimissioni -e per “sopraggiunti impegni” intendiamo che è stato assoldato da quei pazzi del Management del Dolore Post-Operatorio, il cui nome è ormai sulla bocca di molti, in tutta Italia (procure comprese, dopo la… uhm… famigerata esibizione durante il concerto del primo maggio di quest’anno a Roma).


Eccoli, quei pazzi. Il nostro Direttore, con lo sguardo insinuante tipico dei bassisti, è il primo da sinistra. Provate a dirci che non è un bell'uomo.

Eccoli, quei pazzi. Il nostro Direttore, con lo sguardo insinuante tipico dei bassisti, è il primo da sinistra. Provate a dirci che non è un bell’uomo.


E anche dopo l’ingresso di un altro cromaticorista (Tommaso) nei Missili, in qualità di voce principale, non avremmo mai immaginato di trovarci, un giorno, a partecipare a un festival rock. D’altronde, è anche vero che, nel corso degli anni, ci siamo ritrovati in molte occasioni a pronunciare frasi che iniziavano con “non avremmo mai immaginato di…”; osservazione da cui si possono trarre un paio di conclusioni. La prima è che la nostra immaginazione è piuttosto scarsa; la seconda è che, in compenso, una delle nostre doti principali è quella di saper assecondare il caso o la volontà (o la volontà di farci trascinare dal caso) fino a ritrovarci in situazioni nuove, insolite, stimolanti. E dunque, quando Nicola Ceroli -batterista del Management- ci ha chiesto di collaborare con il suo nuovo gruppo, nato dalla fusione di due delle band più sperimentali della zona -i Frank’s Automatic Transmission e i Capo Mao Mao-, la nostra risposta è stata, come sempre: perché no?
Ecco spiegato in che modo ci siamo ritrovati -o meglio: ci ritroveremo, questa sera- sul palco di “Over the Cover”, festival dedicato ai gruppi rock emergenti di Lanciano e dintorni, che da alcuni anni raccoglie e mette in mostra le numerose band locali attive sul territorio che -da qui il nome del festival- hanno scelto di proporre composizioni originali, invece di limitarsi a suonare cover di altri gruppi.


Non abbiamo ancora capito bene cosa voglia dire lo slogan di quest'anno, il che (conoscendo la mitologia del rock) probabilmente indica che c'è di mezzo qualche riferimento alla droga.

Non abbiamo ancora capito bene cosa voglia dire lo slogan di quest’anno, ma conoscendo la mitologia del rock siamo quasi certi che ci sia di mezzo qualche riferimento alla droga.


Il fatto di essere un coro (e quindi, in buona sostanza, una cover band a cappella) ci avrebbe normalmente precluso la possibilità di partecipare a questo festival: ed è per questo che siamo così contenti di aver accettato questa collaborazione, che ci dà l’opportunità non solo di lavorare insieme ad alcuni dei migliori musicisti dei nostri lidi, ma anche di presentarci davanti a un pubblico che forse non ci conosce, o che normalmente non verrebbe ad ascoltarci; e, viceversa, di presentarci al pubblico che ci conosce in una veste e in un contesto decisamente inusuali. Una scommessa, in fin dei conti; o, volendo, un modo di mettersi in gioco e di superare… beh, un bel po’ di cose: i propri limiti, il timore dell’ignoto (e dell’esibizione in sé), le distanze e i confini tra i generi. Non sappiamo cosa ne verrà fuori, ma -come sempre- non vediamo l’ora di scoprirlo.


(Magari vi starete chiedendo: sì, va bene, tutto bello, ma esattamente che tipo di musica fanno, questi Frank’s Automatic Transmission? Noi ce lo siamo chiesti prima di voi, e non abbiamo trovato una risposta. Ascoltateli e guardateli in un’esibizione di un paio di anni fa, e vedete se siete in grado di fare di meglio.)






Deandriadi

1 08 2013

Dal 10 al 18 agosto si svolgeranno a Mosca i Mondiali di Atletica. E’ sempre uno spettacolo avvincente osservare uomini e donne che si cimentano nelle varie gare della più antica e più nobile delle discipline sportive, i loro fisici invidiabili (con la possibile eccezione  di lanciatori del peso e del martello, nei confronti dei quali non ci permetteremmo comunque mai di fare ironia, per diversi motivi), i loro muscoli che si contraggono e si distendono nello sforzo di raggiungere e superare i limiti del proprio corpo, la concentrazione spasmodica dedicata a ogni singolo movimento di ogni singolo gesto -gesti e movimenti che si intuiscono ripetuti migliaia di volte, attraverso anni e anni di duri allenamenti e ancor più duri sacrifici che li hanno condotti a quel singolo, decisivo istante. Uno spettacolo talmente avvincente -soprattutto se lo si contempla stravaccati in poltrona, con una birra in mano e il ventilatore poco distante, immersi nel canicolante oblio delle vacanze- che anche noi vi avremmo volentieri assistito. Per la verità, anzi, i preparativi erano già a buon punto: la birra l’avevamo comprata -si trattava solamente di trovare una poltrona, un ventilatore e un televisore.

E invece, niente. Dopo il concerto dello scorso 22 luglio al Polo Museale Santo Spirito di Lanciano -a detta di molti, la nostra miglior esibizione di sempre; e non lo scriviamo solo per far sentire in colpa gli assenti (che comunque se lo meriterebbero, di sentirsi in colpa)- avevamo iniziato a pregustare un periodo più o meno lungo di più o meno meritatissimo riposo, quando, come nei migliori horror, il telefono ha cominciato improvvisamente a squillare, facendoci sobbalzare. Quando abbiamo scoperto che si trattava di Luigi Friotto, abbiamo provato con il vecchio trucco “scusa, sto entrando in galleria, non si sente nulla, ti richiamo più tardi”, ma poi ci siamo accorti che avevamo in mano la cornetta del telefono di casa (per i più giovani: una reliquia del ventesimo secolo, che potreste aver visto a casa dei vostri nonni, o in qualche museo). Glissando signorilmente sulla nostra pessima figura, il Friotto ci ha convocati per le sei date di un mini-tour estivo del suo “Dai carruggi al mare – Concerto acustico per Fabrizio De André”. Qui sotto trovate il cartellone completo, nel quale -come non mancherete di notare- c’è anche un settimo concerto, previsto per il 17 settembre a Castelvecchio Subequo (AQ).

Tour Estivo 2013

Di questa collaborazione, che entra ormai nel suo terzo anno di attività, vi abbiamo già parlato (in primis in questo post), e pensiamo -speriamo!- che molti di voi abbiano avuto modo di assistere a qualche data. Se ne riparliamo è principalmente per due motivi: il primo è che magari qualcuno non ci ha ancora visti/ascoltati, e siamo certi di agire anche nel vostro interesse ricordandovi il nostro coinvolgimento in questo splendido progetto. Il secondo è che, nel corso del tempo, il concerto stesso, e la formazione che lo propone, hanno subito alcune modifiche. La scaletta è sempre piuttosto ampia -trenta canzoni (anche qualcuna in più, se siamo in vena) scelte per rappresentare la musica e le idee di Fabrizio De André, attraverso un viaggio nella memoria che ha come tappe alcuni dei temi-chiave del cantautore genovese (la politica, l’amore, il viaggio, la città di Genova)-, ma alcuni brani sono usciti e altri sono entrati, o stanno per fare il loro ingresso, al loro posto. La band -o meglio, la Bandautore- che accompagna l’impeccabile Luigi Friotto (voce e pianoforte) si è al contempo allargata, e oltre ai veterani Serena Romanelli (voce) e Francesco Mangifesta (batteria, percussioni), comprende adesso anche Vincenzo De Ritis (fisarmonica), Giovanni Ciaffarini (viola) e Emanuele Zazzara (basso). E poi ci siamo noi -una piccola ma agguerrita rappresentanza cromaticorale-, che facciamo del nostro meglio per non sfigurare troppo a fianco dei suddetti musicisti, i quali dal punto di vista tecnico e professionale sono superiori a noi di alcuni ordini di grandezza (per proseguire con la metafora atletica: loro sono quelli che si giocano le medaglie, noi siamo l’equivalente dell’atleta del Liechtenstein o delle Fiji che viene eliminato nella prima batteria con il tempo peggiore).

I sei musicisti/campioni appena citati, oltre ai quattro cromaticoristi/atleti delle Fiji, sono ritratti nella foto che trovate qui sotto, che a dispetto delle apparenze non è il promo per un serial tipo “Lost” o per un nuovo reality, bensì un’anticipazione del secondo dei sei concerti in programma, quello che si terrà martedì 6 agosto presso la spiaggia “La Foce”, a Rocca San Giovanni. “Presso la spiaggia”, in realtà, è un’espressione fuorviante: sulla spiaggia si sistemeranno gli spettatori, mentre noialtri saremo su di una zattera ad alcuni metri dalla riva, pronti a prendere il largo in caso di reazione ostile da parte del pubblico. Non sappiamo bene come verrà realizzato tutto ciò, né cosa verrà fuori, ma ci pare un’idea molto suggestiva. Quello che sappiamo è che ci toccherà investire buona parte dei proventi ricavati dalla vendita del nostro cd (a proposito: affrettatevi, non sono rimaste molte copie) nell’acquisto di braccioli, ciambelle di salvataggio, boccagli da sub e confezioni formato famiglia di antiemetici, e che ci toccherà restare fermi in piedi su di un’asse di legno galleggiante per tutta la durata del concerto (che di solito supera in scioltezza le due ore). Iniziamo a sospettare che se ci fossimo iscritti ai Mondiali di Atletica avremmo faticato di meno.

Da sinistra a destra: cinque ballerine acquatiche, Luigi Friotto appoggiato al piano e circondato dai componenti della sua Bandautore (Emanuele Zazzara, Vincenzo De Ritis, Serena Romanelli, Francesco Mangifesta), e quattro cromaticoristi convinti di posare per una copertina di "Rolling Stone".

In acqua: cinque ballerine (non ne abbiamo parlato, ma anche loro fanno parte dello spettacolo). Sulla zattera: Luigi Friotto, sul piano inclinato, circondato dai componenti della sua Bandautore (da sinistra a destra: Emanuele Zazzara, Vincenzo De Ritis, Giovanni Ciaffarini, Serena Romanelli, Francesco Mangifesta), e quattro cromaticoristi, probabilmente convinti di posare per una copertina di “Rolling Stone”.





Cromaticoro: The Record Edition

19 07 2013

Prendete un pennarello, andate sul calendario più vicino, e cerchiate la data del 22 luglio. Se non avete un calendario cartaceo sottomano, potete usare quello del telefonino (il pennarello dovete adoperarlo ugualmente, però). Oppure potete tatuarvi la data da qualche parte sul corpo, come il protagonista di “Memento”. Che poi ci siamo sempre chiesti come facesse a ricordarsi che doveva guardare i suoi tatuaggi, visto che si dimenticava sempre tutto. Un po’ come noi, in fondo -non per i tatuaggi: per le dimenticanze. Ad esempio, ora ci siamo scordati quello che vi stavamo dicendo. Dateci il tempo di tornare all’inizio del paragrafo…

Dunque: pennarelli, calendari, date, tatuaggi… no, d’accordo, i tatuaggi non c’entrano nulla (li abbiamo controllati: non c’era nulla d’interessante). Il punto è: trovate un modo per tenere a mente quella data, perché il 22 luglio potrete assistere a un concerto senza precedenti, destinato a rimanere nella storia. Sapendolo, ci siamo portati avanti col lavoro, e abbiamo deciso di tenerlo in un museo -il Polo Museale Santo Spirito di Lanciano, un bellissimo luogo che andrebbe visitato a prescindere dalla nostra presenza. Dopo due mesi dall’uscita del nostro primo disco (vedi post precedente), e dopo un numero di copie vendute che ci ha condotto direttamente al primo posto delle classifiche -nella sezione “cori polifonici lancianesi non sacri”-, abbiamo finalmente deciso di presentarvelo, questo disco, visto che lui stesso ci teneva tanto a conoscervi (non preoccupatevi, gli abbiamo detto soltanto cose positive sul vostro conto). Per rompere il ghiaccio, gli abbiamo suggerito di mandarci una sua foto, così potevate iniziare a familiarizzare con lui. Timido com’è, però, ha preferito spedirci questa locandina  di chiara matrice retrofuturista.


Grafica: Annalisa Di Carlo feat. Filippo Tommaso Marinetti

Grafica: Annalisa Di Carlo feat. Filippo Tommaso Marinetti. Edizioni ZTT.


All’interno del disco troverete un libretto di ben dodici pagine che contiene: una breve-ma-non-abbastanza storia del Cromaticoro, note informative su tutti i brani presenti in scaletta, un’intera pagina di ringraziamenti, e un’altra nella quale non ricordiamo più bene cosa abbiamo messo. Il tutto scritto in corpo 8, che significa che probabilmente per leggerlo avrete bisogno di un microscopio (ne approfittiamo per segnalare che il disco è sponsorizzato dall’Associazione Ottici e Oculisti Italiani, nonché dall’Associazione italiana di Otorinolaringoiatria e Geriatria), oltre che di almeno un’ora del vostro tempo. In allegato, per accompagnare la lettura del libretto, trovate anche un cd, il cui ascolto vi farà sentire a seconda dei casi allegri, malinconici, rilassati, tesi, stupefatti, sognanti, briosi, languidi, perplessi, entusiasti (il disco è sponsorizzato anche dall’Associazione Ciclotimici Italiana, il cui sostegno ci rende molto felici. E molto tristi. E molto felici. E molto tristi. E molto felici. E…).

Parlavamo di un concerto storico, e non soltanto per amore d’iperbole: sarà anche il nostro concerto più lungo, con una scaletta ancora in fase di definizione, ma che dovrebbe prevedere non meno di diciassette brani. In più, ci sarà un breve ma significativo intermezzo affidato al coro dell’Istituto Magistrale di Lanciano, anch’esso diretto dal nostro infaticabile Maestro Luca di Bucchianico, che ospita -il coro, non il Maestro- un buon numero di giovanissime e bravissime ragazze. Quanto a noi, non ci limiteremo a riproporre le canzoni del disco -che anzi per buona parte abbiamo escluso: sia perché alcune le cantiamo da ormai quasi quattro anni, sia perché negli ultimi mesi abbiamo ulteriormente ampliato il nostro repertorio, aggiungendo brani di autori contemporanei, tra i quali figurano alcune nostre vecchie conoscenze (Robert Wyatt, i Fleet Foxes), ma anche nomi nuovi, che per il momento non vi anticipiamo (il video in fondo al post potrebbe essere un’indicazione).


Una manifestazione con tutti i comfort: campeggio, ristorazione, ubriachezza molesta.

Una manifestazione con tutti i comfort: campeggio, ristorazione, ubriachezza molesta.


Dopo questo tour de force, ci prenderemo una meritatissima pausa e… un attimo, cos’è quest’immagine qui sopra? Ah, giusto. Come non detto: dopo questo tour de force, invece di prenderci una meritatissima pausa, continueremo a cantare. Il 26 luglio, nel tardo pomeriggio, ci troverete per le strade di Taranta Peligna, nell’ambito della manifestazione “Taranta in Strada”. Gli impegni musicali ed extramusicali di alcuni coristi ci costringeranno a presentarci in formazione ridotta, ma cercheremo di compensare con un impegno e un entusiasmo ancora superiori al solito (traduzione: canteremo più forte).

Poi ci sarebbero anche le date del tour estivo con Luigi Friotto e la sua Bandautore, ma per quelle vi rimandiamo al prossimo post, che dovrebbe vedere la luce entro la prossima settimana. Nel frattempo, iniziate a organizzarvi per lunedì sera.







Confusione e Diffusione

17 05 2013

Se avete mai partecipato a una festa a sorpresa -o, meglio ancora, se qualcuno ne ha mai organizzata una in vostro onore-, conoscete quel particolare silenzio che si crea improvvisamente in una stanza affollata nel momento in cui giunge la notizia che il festeggiato è in arrivo. E’ un silenzio carico di attesa, tensione, entusiasmo (e anche altro, a seconda del tipo di festa e degli intrattenimenti previsti). Se aveste porto orecchio al nostro silenzioso blog, in questi ultimi due mesi, avreste udito un suono molto simile (e vi sareste guadagnati una serie di occhiate tra il perplesso e il preoccupato da parte dei vostri familiari/colleghi/amici che vi avessero sorpreso con l’orecchio appoggiato allo schermo). Cos’era, insomma, questo rumore?


Rumore bianco? Quasi -giusto un po' meno fastidioso.

Rumore bianco? Quasi -giusto un po’ meno fastidioso.


Questo rumore era il suono di un Cromaticoro brulicante di idee e impegni, che ci hanno tenuto lontani dai palcoscenici reali e da quelli virtuali del blog per un po’ di tempo. Adesso possiamo finalmente rivelarvi a cosa stavamo lavorando… ma prima, giusto per mantenere ancora un po’ di suspense: pubblicità. Nostra, ovviamente.

Sabato 18 maggio parteciperemo per il secondo anno di fila a “(Con)Fusioni. Inusuale mostra sull’incompiuto”, rassegna che da qualche anno si tiene stabilmente a Lanciano, nella quale interagiscono pittura, scultura, letteratura, fotografia e musica, con esibizioni che ruotano intorno al concetto -molto postmoderno, se volete avere la nostra opinione- di “non finito”. Il  Cromaticoro sarà presente in diverse forme: collettivamente, saliremo sul palco per un breve concerto nel quale proporremo due/tre brani, tra cui un inedito assoluto (“non finito”, nel senso che non abbiamo ancora finito di prepararlo alla perfezione. Speriamo bene). Per scoprire di quale brano si tratta, dovrete partecipare anche voi (suggerimento: è un gruppo americano contemporaneo, del quale abbiamo già un altro brano in repertorio). Singolarmente, il nostro contralto Pamela Testa presenterà una sua mostra fotografica, allestita presso l’Atlantide, in via Valera. Dualmente, la stessa Pamela, insieme alla sua e nostra collega Luisa Polidoro, salirà sul palco anche in versione di corista per i Missili (noti anche come il miglior gruppo pop lancianese).


Confusioni 2013


E per oggi è tutto. Ringraziandovi per la cortese attenzione, vi salutiamo e… ah, giusto, giusto. La festa a sorpresa, il rumore, la rivelazione. Ecco, non sappiamo bene come dirvelo, ma… il nostro cd. Vi ricordate? Ne avevamo parlato un po’ di tempo fa. Sì, proprio quel cd.
L’abbiamo finito. Registrato. Mixato. Duplicato. Copertinato. A guardarlo da una certa distanza, sembra proprio un disco vero, quelli che fanno gli artisti veri. E anche a guardarlo più da vicino, a essere sinceri.

Confessiamo di essere piuttosto emozionati. Ci abbiamo messo parecchio tempo a fare tutto questo -tre anni e mezzo, se partiamo (com’è giusto) dalla data di fondazione del Cromaticoro. E in questo disco abbiamo cercato di metterci tutto -ma non proprio di tutto, anche se la nostra schizofrenica passione per la polifonia rinascimentale e il pop contemporaneo traspare abbastanza chiaramente dalla scaletta, che trovate alla fine del post-: tutti questi anni, queste prove, tutta la strada che abbiamo percorso, tutti i luoghi e le persone che abbiamo conosciuto, tutta la musica che ci è entrata dentro per poi uscirne fuori magari un po’ malconcia, ma certamente euforica, solare, viva. Con tutte le nostre (e le sue) imperfezioni, ci auguriamo che il disco vi piaccia, e che le nostre voci possano farvi compagnia per un po’ (almeno fino all’uscita del secondo album, in programma per il 2018).

Il disco sarà in vendita da domani. Per ulteriori informazioni, contattateci, o ripassate da queste parti nei prossimi giorni.


Ehi, c'è il nostro nome lì sopra!

Ehi, c’è il nostro nome lì sopra!


TRACKLIST (scaletta, per voi anglofobi):

01 Margot Labourez Les Vignes (J. Arcadelt)
02 Tutto lo dì (O. di Lasso)
*03 P.L.A. (R. Wyatt)
04 Ah Robin, Gentle Robin (W. Cornysh)
05 Now is the Month of Maying (T. Morley)
*06 Knife (Grizzly Bear)
*07 You Are My Sunshine (J. Davis / C. Mitchell / O. Hood)
08 Au Joly Jeu (C. Janequin)
09 Geographical Fugue (E. Toch)
*10 Playground Love (Air)
11 Capricciata a tre voci (A. Banchieri)
12 Contrappunto bestiale alla mente (A. Banchieri)
13 Il bianco e dolce cigno (J. Arcadelt)
*14 Scarborough Fair (Simon & Garfunkel)
15 Mille Regretz (J. Desprez)
16 Rummelay (trad.)
*17 Turn the World Around (H. Belafonte / R. Freedman)

* Arrangiamento corale di Luca Di Bucchianico